Rossi, Verdi e …

«Le denigrazioni dei No geotermia fanno male a tutta la montagna. Se davvero pensano quel che scrivono, se ne vadano. Non
servono all’Amiata»

Le parole utilizzate da Renzo Verdi, e riportate in questo articolo de Il Tirreno, sono gravi e pericolose per diversi motivi:

1) Pensavamo che non fosse un’intervista reale, ma non sono arrivate smentite quindi siamo costretti a prenderla sul serio.

2) Verdi utilizza le stesse argomentazioni portate avanti dai politici della vecchia generazione collusi con le cosche che si scagliavano contro chi faceva antimafia, dicendo che parlare di mafia faceva male all’immagine dei territori.
C’è una differenza tra Sostanza e Forma, magari si facesse male solo all’immagine. Qui non solo si avvelena un territorio, ma
si mandano via Doc, Dop e Igp.
Dove andranno questi Produttori?

3) Da Ex Sindaco, da uomo delle Istituzioni, afferma che la dialettica tra enti e cittadini sulle politiche locali si esaurisce nell’accettazione piena o nell’emigrazione. Se non sei d’accordo vattene. Quindi d’ora in poi muniamoci tutti di Pass Progeotermico, altrimenti verremo espulsi.
Tutti gli iscritti alla Cia facciano attenzione perchè verranno mandati al Confino, dal momento che hanno invitato “tutte le istituzioni a far un passo indietro e a considerare quali sarebbero le ripercussioni di ordine sociale, economico e ambientale”.

4) Verdi non si deve preoccupare di incentivare lo Spopolamemto della Montagna, perchè sono ormai anni che le Famiglie vanno
via dall’Amiata per garantire ai propri figli di non Ammalarsi.

5) Verdi, in linea con alcuni esponenti delle Istituzioni Locali, ritiene che in Amiata il Dissenso vada Confinato. Se vuoi opporti a qualcosa perchè fa male puoi dirlo, però non nelle Piazze e nelle Strade ma al chiuso di una stanzetta con poche persone che ti ascoltano.

6) Aspettiamo a breve la reintroduzione della Servitù della Gleba e dello Ius Prime Noctis.

A questo punto, quale dei Politici Locali tratterà con serietà il tema Geotermia?
Qui non si tratta di offendersi in maniera infantile o di mandare via chi non è d’accordo, ma di chiarire questioni fondamentali per la salute e la sopravvivenza anche economica di un’intera montagna.
La montagna di tutti, non dei politici, non di quelli che cercano i voti, ma della gente, di tutti.
Una montagna che vanta una tradizione democratica. E’ questa tradizione democratica, che chi viene in visita sulla nostra amata montagna, si aspetta.
In tanti hanno studiato questi territori per la loro democrazia, per le loro comunità vive, attive e partecipanti.

Alcuni di loro vogliono imporsi su tutti noi. Non sono stati nominati sovrani ma eletti amministatori locali pro tempore.
Siamo costretti a ricordare a tutti che siamo in una democrazia e che la prima responsabilità del primo cittadino e degli amministratori è di proteggere la salute di tutti.

Comitato Fumarole